Se chattando ci si innamora, è meglio scavalcare subito il monitor e scambiarsi frasi e abbracci concreti

Altrimenti si rischia di perdere tutto. Soprattutto quando Internet ti  aiuta a rimetterti sulle tracce di un tuo ex, ancora nel cuore. Il consiglio viene da Simona Sparaco, romana,  esperta di sceneggiatura, che di recente ha pubblicato Lovebook (Newton Compton editori) e che su Internet ha incontrato suo marito.

 

Il suo sembra un elogio della Rete e di Facebook

Nel mio romanzo – afferma- racconto la storia di due persone che proprio grazie alla rete, che in qualche modo ci avvolge tutti senza limitazioni spazio temporali, si ritrovano dopo tanti anni, ma cerco anche di offrire uno sguardo ironico su questo mondo, talvolta pieno di contraddizioni.

Ci spieghi!

 La mia protagonista s’interroga sul destino, che in qualche modo viene scavalcato dall’inquietante facilità di contatto che il web oggi permette, e da sognatrice vecchio stampo preferisce temporeggiare in questo limbo nell’attesa che il destino riprenda il sopravvento.  Ma quello che emerge da questa storia è soprattutto l’importanza di un passaggio possibilmente veloce dal virtuale al reale affinché una relazione possa fondare le sue radici in un contesto più concreto. In fondo, il web ci modifica e quello che siamo in queste piattaforme non sempre corrisponde alla nostra reale identità.

Cosa è cambiato rispetto al passato?

 Forse nel passato era più facile intrattenere lunghi rapporti epistolari, alimentando un amore idealizzato, ma oggi il mondo segue altri ritmi. Una volta Penelope sapeva aspettare tutta una vita, oggi la vita, a un certo punto, ti viene a cercare.

Le è mai capitato di vivere una storia d’amore chattando?

Ho conosciuto il grande amore della mia vita a una mostra, non abitavamo nella stessa città e i primi tempi passavamo le ore al telefono e in chat con un entusiasmo quasi infantile. La distanza all’inizio può essere vissuta in un modo molto romantico, le attese non fanno che alimentare il desiderio, ma dalla mia esperienza posso dire che l’amore vero si alimenta soprattutto nelle difficoltà quotidiane, nella concretezza dei piccoli gesti. Non è un caso che solo quando ci siamo ritrovati ad abitare nella stessa città, abbiamo preso in considerazione l’idea di sposarci.

Paola Calvetti  qualche tempo fa ha detto: La rete è strumento, offre spazio di comunicazione, ma non sostituisce. Un abbraccio non avrà mai come surrogato un clic, a meno di non arrendersi al sostituto.

Cosa ne pensa?

Sono assolutamente d’accordo con lei. E posso estendere il discorso anche alla lettura. Oggi molti scrittori trovano nel web la possibilità di esprimersi, ma l’obbiettivo finale resta sempre quello di approdare in libreria. Diversi anni fa hanno inventato l’e-book e subito nacque il dibattito sul fatto che da lì a breve avrebbe sostituito il libro cartaceo. La mia tesi di laurea sosteneva l’idea che il piacere di sfogliare le pagine di un libro, vederle ingiallire nel tempo, riconoscere in una banale macchia di caffè le sensazioni che ci hanno attraversato la mente in quel particolare momento della vita è qualcosa di insostituibile. E a giudicare dal fatto che sono passati quasi dieci anni dal giorno in cui ho discusso quella tesi, credo che la storia mi abbia dato ragione.I rischi in Rete sono tanti.

Ma chi cerca l’amore su Internet, secondo lei? E qual è il valore aggiunto di una relazione a base di clic?

Nella rete puoi essere tutto e il contrario di tutto, puoi nasconderti dietro una foto che non ti rappresenta e provare l’ebbrezza di vivere altre vite, far cadere tutte le inibizioni. Oppure nella rete ci finisci per caso, con innocenza e pudore, e sempre per caso ti ritrovi innamorato di qualcuno che è riuscito a stregarti con la sua scrittura. In ogni caso, a un certo punto ti accorgi che il virtuale è solo un surrogato, la vita vera è altrove. A un certo punto devi riuscire a liberarti. Il vero e unico rischio è realizzare troppo tardi, come diceva Ozpetek ne Le fate ignoranti, che la vita ti è passata accanto e tu non te ne sei accorto neanche.

Lovebook: il regno della parità tra i sessi o dell’avventura e del mistero?

Una storia dove il reale convive con il virtuale, il mondo della carta, di un’antica cartolibreria sull’orlo del fallimento scopre la sua insostituibilità e forse proprio grazie alla rete, al mondo virtuale, riesce a sopravvivere. Ma prima di tutto è la storia di una romantica avventura. Di due sguardi, quello maschile e quello femminile, che ironicamente convivono, raccontando la stessa storia.

Riesce a figurarsi una relazione sulla Rete tra un ventennio e immaginare il filo conduttore del suo prossimo romanzo?

L’idea di Lovebook è nata per caso, durante un bellissimo viaggio, non è stata una furbata come qualche conoscente mi ha scherzosamente detto. Non sono un’esperta dei social network o della rete in generale, sono solo una che come tanti si ritrova a navigare in questo mare… e non saprei cosa figurarmi riguardo al futuro in questo contesto. So soltanto che mi piace scrivere storie e che Lovebook con la sua irrompente attualità ha sostituito un romanzo che stava per essere pubblicato, anzi che aspettava da più di un anno la sua pubblicazione.
Credo che abbia aspettato anche troppo. E’ una bellissima storia sulla fugacità dei tempi moderni. Considero i miei romanzi un pò come dei figli, e non vedo l’ora di dare anche al mio primogenito la possibilità di venire al mondo.
Cinzia Ficco