Gli amori di Federico II

Federico II fu “la bestia che sorge dal mare, carica di nomi blasfemi”, come lo volle papa Gregorio IX o “il salvatore inviato da Dio, il principe della pace, il messia-imperatore”, come lo volle Pier delle Vigne, suo gran giustiziere?

Quello che si sa per certo, almeno a sentire lo scrittore e giornalista genovese, Marco Brando, è che il nipote del Barbarossa (1194- 1251), fu un playboy. E anche un bisex. Lo scrive nel suo libro “Lo strano caso di Federico II di Svevia”, edito da Palomar.

Sembra che non fosse un fustacchione, ma molto attratto dalle donne e non solo. “Ebbe quattro mogli- racconta Brando- tre delle quali scelte per obbedire alla ragion di Stato: Costanza d’Aragona (aveva trent’anni quando sposò nel 1209 il sovrano quindicenne; morì nel 1222), Jolanda di Brenne (convolata a nozze quando aveva 13 anni, nel 1225, morì di parto nel 1228) e Isabella d’Inghilterra (sposata nel 1235 e morta nel 1241). La quarta moglie è stata Bianca Lancia, donna molto e a lungo amata dal sovrano, ma sposata solo mentre ella stava per morire, nel 1246. In più, Federico si dette da fare con un plotone di concubine e un battaglione di amanti. Per non parlare delle saracene del suo “Harem”.

Tuttavia delle virtù sessuali e seduttive dell’imperatore si può anche raccontare l’altra faccia della medaglia. E per far questo il giornalista riprende nel suo libro sia il professore di Storia dell’arte Cesare Brandi (1906-1988), sia il collega, nonché grande divulgatore di storia, Indro Montanelli (1909-2001).

Brandi scrive nel capitolo dedicato a Lucera del suo Pellegrino di Puglia, uno dei più bei libri sulla regione: «Federigo aveva gusti congeniali, è indiscutibile. Non furono tutte calunnie, i racconti che si facevano di lui. E passi per gli harem. Anche i Normanni se li erano tenuti. E Federigo, che fu un grande sovrano ma non un grande guerriero, se li portava anche dietro, quando andava in guerra. L’episodio di Parma è rimasto celebre. Federigo che assediava Parma, per andare a caccia, ci perse l’harem e la guerra. E niente gli dispiacque tanto, come di averci perso le concubine”.

Pare facesse molto l’amore e non solo con le ragazze. La conferma viene sempre dal Brandi e da un autore polacco il Bzovius (il polacco Abraham Bzowski, 1567-1637, ndr), sempre riportato da Brando, che ha descritto scene di vita pastorali, in cui Federico si divertiva con sciami di ragazzi.

Strano, anzi contraddittorio, sembra fosse il suo atteggiamento nei confronti del gentil sesso. Lo detestava e lo amava.

Il giornalista Indro Montanelli ( ripreso da Brando, ndr) nel libro Dante e il suo secolo, racconta che lo Svevo«aveva una sola debolezza che per poco gli costò il trono: le donne. Ne sposò tre. Una gli morì. Con le altre visse una così sfacciata compartecipazione che il papa lo tenne scomunicato finché non ebbe richiamato la moglie legittima”.

A sentire il giornalista scomparso « La Corte di Federico era un luogo di delizie, non soltanto materiale. Ogni sera c’era uno spettacolo di acrobati e di danzatrici. E i maligni mormoravano che gli uni e le altre facevano parte dell’harem privato di Federico, assolutamente imparziale, si diceva, nelle sue propensioni sessuali . Qualcosa di vero ci doveva essere perché la sua terza moglie, Isabella d’Inghilterra, appena installata a Foggia, si ritirò inorridita in un’ala del palazzo e non volle più uscirne, lasciando suo marito, che non mosse obiezioni, alle ragazze e ai guaglioni che lo circondavano”.

Nel 1238 papa Gregorio, dopo aver convinto Genova e Venezia a unirsi alla lega contro Federico, in una violenta enciclica lo tacciò di blasfemia. Non solo. Disse pure che era gay.