Finto. Un’illusione. E a cercarlo sono i pigri e quelli che hanno “paura di togliersi i veli”

Paola Calvetti è sicura. L’amore su Facebook è un bluff. Niente abbracci, niente litigate, niente sguardi e, soprattutto, zero spontaneità.
La giornalista, firma di punta del Corriere della Sera e del settimanale “Io donna”, Direttore della Comunicazione del Touring club italiano,  commenta i recenti dati sull’aumento di tresche e fidanzamenti su Fb, ma scagiona il social network, da cinque milioni di iscritti in Italia,  accusato di innescare tradimenti e conseguenti separazioni.

Calvetti, che è stata anche Direttore dell’Ufficio Stampa del Teatro alla Scala,  ha pubblicato di recente “Noi due come un romanzo”(Mondadori), una storia d’amore intensa e divertente, in corso di traduzione in tanti Paesi.  Ed è proprio dal suo ultimo  lavoro che parte per parlare d’amore e di rapporti autentici. Il suo è un elogio dell’amore sopra tutto. Di quello vero.

Mi racconta in breve il contenuto

E’ un romanzo difficile da riassumere perché al suo interno si muovono diversi personaggi e l’Amore (con la A maisucola) è raccontato dalla lente di ingrandimento di tre generazioni: i cinquantenni, come Emma (voce narrante) e Federico (il “lui che emerge dal passato e diventa… presente e… futuro…); i trentenni, incarnati da Alice, assistente libraia di Emma e dalle sue amiche e clienti della libreria; i ventenni, rappresentati da Mattia, figlio di Emma, Carlotta e le sue amiche… e clienti della libreria. In buona sintesi, il protagonista del romanzo è l’amore, e Sogni&Bisogni, la libreria di Emma così come la Morgan Library, dove Federico lavora al fianco dell’architetto Renzo Piano, diventano luoghi-metafora.

Ma qual è l’amore “vero”?

Non sono una amorologa”, ma una scrittrice e dunque non so rispondere in modo preciso a questa domanda. Gli aggettivi che mi vengono in mente per definire “l’amore vero” sono però eloquenti: trasparente, onesto, capace di mettere a nudo anime e corpi senza che essi debbano avere paura.

Quale spazio hanno ancora i sentimenti genuini al tempo di Internet?

Hanno, se lo desiderano, lo stesso spazio di sempre. Siamo noi, umani e non macchine, a definire i confini delle relazioni; siamo noi a deciderne evoluzione e destini. Siamo noi i padroni della nostra vita. Internet è strumento, veicolo, media cioè mezzo, non fonte. Restare individui, persone è un’ambizione che dobbiamo avere, per dare senso e pienezza alle nostre vite.

La Rete può diventare spazio ideale per una vera storia d’amore?

La rete è strumento, offre spazio di comunicazione, ma non sostituisce. Un abbraccio non avrà mai come sostituto un clic: a meno di non arrendersi al surrogato. Il piacere di una fetta di torta, di una cioccolata calda che scivola sul palato o di una fragola, non potrà mai essere sostituito dalla sua fotografia. Almeno, io la penso così.

Chi  desidera l’amore vero non cercherà mai rapporti virtuali?

Le rispondo con una frase presa a prestito da Robert Musil, che viene citato nel romanzo:  “Il linguaggio dell’amore è un linguaggio segreto e la sua espressione più alta è un abbraccio silenzioso. Le basta?

Sono molte le donne che “pescano” da Internet?

Non so cosa ne dicono le statistiche, credo comunque che spesso dietro uno schermo di computer ci si possa nascondere facilmente. Se la rete è un modo (penso a Facebook, dove ho ri-trovato molti amici che avevo perso o trascurato) per stabilire e poi mantenere relazioni, è il contatto fisico a determinarne l’autenticità, o, al contrario, le potenziali distorsioni.

Ma uomini e donne cercano cose diverse?

Gli uomini e le donne da che mondo e mondo cercano “cose” diverse, ma si attraggono proprio perché sono irrimediabilmente diversi. L’importante è non considerare la diversità un freno o un handicap, ma un valore aggiunto, tanto per usare un gergo “commerciale. La diversità arricchisce. Sempre.

Cosa pensa delle cause di separazione e divorzio avviate tra marito e moglie iscritti a Facebook?

Mi sembrano una grande sciocchezza. Se devo affidare a un social network l’andamento del mio matrimonio, significa che sono messa proprio male. Non c’è social network che possa sostituirsi a un dialogo, anche a una litigata o a un conflitto. Se è un social network a determinare la fine di un’unione, significa che quell’unione era già compromessa e Facebook non ha fatto altro che smascherarne le crepe.

La colpa non è tutta quanta di Fb?

Facebook non “va” da solo: ci sono degli individui dietro lo schermo e sulla tastiera. La “colpa, anche se non mi piace questa parola, diciamo la causa, sta dentro di noi, non fuori di noi.

Cos’altro c’è ?

Ci sono paura e pigrizia.

Cos’è per lei l’amore e come è cambiata la percezione di questo sentimento negli ultimi venti anni?

L’amore, per me, sono i miei figli, i miei amici, le persone che amo. Banale, ma è così. L’amore è la capacità di mettersi a nudo (non semplicemente nudi, ma a nudo) l’uno davanti all’altro, riconoscersi come persone e provare. Non a caso il verbo che chiude NOI DUE COME UN ROMANZO, non è amiamoci, ma PERSEVERIAMO.

Tra uomo e donna chi è legato ancora a quelli che in tanti chiamano beni rifugio, valori facilmente abbordabili in tempi di crisi economica, anche se difficili da mantenere?

L’amore è un bene-rifugio perché nasce dall’energia e sviluppa energia. Dunque, progresso. Una società che stima e valuta i sentimenti, potrebbe accrescere il suo PIL. Il sentimento, la capacità di relazione, la ricerca di relazione sono beni stabili e forieri di una materia prima di valore inestimabile: la felicità del sentirsi persone.

Se dovesse ricorrere al titolo di un film e a quello di una canzone quali utilizzerebbe per descrivere una vera storia d’amore?

Il mio libro diventerà un film, dunque scrivo NOI DUE COME UN ROMANZO. Una delle più belle canzoni d’amore di tutti i tempi è THE RIVER di Springsteen.

E’ una romantica?

No, i romantici credevano nell’amore ultraterreno. Io sono una persona positiva. Solo questo.


Cinzia Ficco