Sedurre. In senso letterale separare e condurre.

E’ la capacità di imbrigliare la mente. Un’arte, secondo Lucrezia Cavallo, psicologa, slegata dal concetto estetico di bellezza, che si può perfezionare attraverso una conoscenza profonda di se stessi.

Essendo una abilità personale, fa capire l’esperta, ciascuno a modo suo è seducente. E aggiunge “Lo spazio della seduzione è lo spazio del segreto, di quello che viene mostrato, ma non nella sua interezza. Quando lo sguardo tra due persone accende il gioco della seduzione, si crea una corrente emotiva, nella quale non c’è niente di certo, se non che è successo qualcosa, non corrispondente a regole codificabili. Sedurre significa giocare con l’intelligenza. La seduzione è fatta di mistero, attesa, desiderio ed aspettative, è fatta di non detti, sottointesi, allusioni e ammiccamenti, di tempi. L’attesa senz’altro aumenta il desiderio. La seduzione è la capacità di imbrigliare la mente. E’ il desiderio di piacere, la capacità di suscitare l’attenzione degli altri che si realizza con il corpo, la psiche, il linguaggio, i gesti, lo sguardo”.

Due i personaggi che incarnano la figura del seduttore Don Giovanni e Casanova, antitetici, ma spesso sovrapposti. In realtà il primo è solo un personaggio teatrale. Umberto Curi nel suo libro Miti d’amore (Bompiani) l’ha descritto come l’Anticristo, colui che si “manifesta come forma generale della scissione, come universale dissolvimento”. Dunque, non figura scialba e superficiale, che la storia ci ha tramandato,  ma personaggio che “dia-bolicamente separa, contrappone”. Il secondo è realmente esistito, avventuriero, scrittore che visse nella Venezia del XVIII secolo e si innamorò di tutte le donne che conquistò.

La seduzione non fa riferimento alla sfera sessuale. Interessante a tale proposito il Diario del seduttore di Kierkegaard, che Giovanni Ghiselli riprende nei suoi due libri Ulisse, Il Figlio, Le Donne, I Viaggi, Gli Amori, e Antologia da Omero e dagli storici greci (Loffredo), in cui si sofferma sul seduttore intellettuale, che ammalia con le parole, come Ulisse e Alcibiade, grande stratega greco.

“Di quest’ultimo – scrive Ghiselli – si può dire quello che dice il filosofo danese su Don Giovanni, e cioè che era l’incarnazione della carne o la spiritualizzazione della carne mediante lo spirito stesso della carne’. Alcibiade per Ghiselli è l’antesignano dell’esteta – seduttivo sensuale di Kierkegard, che vive di preda e ama il casuale, l’accidentale, poiché il sensuale è il momentaneo, il sensuale è effimero”.

A proposito dei seduttori “Questi io chiamo erotici – scrive Kierkegaard – e mi conto io stesso nel loro numero. La gente li chiama seduttori. La donna non ha nessun nome per essi…Questi erotici sono i felici…Essi vivono in modo più voluttuoso degli dèi…essi mangiano soltanto l’esca, senza essere mai presi. Gli altri uomini abboccano, nel modo in cui i contadini pranzano con l’insalata di cetrioli, e sono presi”.

Chi si sofferma sui poteri della seduzione femminile è Eva Cantarella nel suo Itaca (Feltrinelli), che ribalta il mito di Ulisse, seduttore.

A tentare di ammaliare l’astuto protagonista dell’Odissea, saranno infatti le Sirene, la maga Circe e la ninfa Calipso, che egli lascerà, per tornare da sua moglie Penelope ad Itaca, non senza aver provato grande piacere.

Il caso di un seduttore, sedotto, che resiste !