Luigi XIV fu fortunato in amore

“La sua tumultuosa vita privata contribuì perfino ad aumentare la gloria personale, tanto importante per lui, agli occhi del mondo, almeno quando si trovava nel fiore degli anni. La sua immagine è decisamente migliore sotto questo aspetto che non per quanto riguarda la sua brama di conquiste militari.

Così scrive Antonia Fraser nel suo libro Gli amori del Re sole (Mondadori), a proposito del sovrano, figlio di Luigi XVIII e di Anna D’Austria (1638- 1715), che creò Versailles, sua residenza ufficiale a partire dal 1682.

Il re sapeva amare le sue amanti. “Affascinante- scrive Fraser- e simile ad un dio, come dichiaravano tutti gli osservatori contemporanei, e con quell’aura di regalità che agiva da afrodisiaco, non vi fu mai alcun dubbio che Luigi potesse godere del favore delle donne se lo desiderava. Non era certo una sorte sgradevole essere sedotte dal giovane Luigi XIV.

Con Luigi non vi furono storie brutali, rapimenti, violenze carnali o vergini riluttanti. Senza dubbio, a parte forse una o due eccezioni, le donne della vita di Luigi XIV non furono delle vittime, né si considerarono tali.” Anche perché egli era gentile e generoso, a differenza di Enrico VIII, le cui mogli vengono ricordate come divorziate o decapitate. I suoi primi amori furono per la baronessa di Beauvais. Durò poco la passione per mademoiselle d’Argencourt. Si prese una cotta per Maria Mancini, nipote del cardinale Mazzarino. A lei Luigi aveva fatto tante promesse. Ma non poté sposarla per la resistenza di sua madre Anna d’Austria.

All’età di ventidue anni il re sole con una cerimonia sontuosa sposò la cugina Maria Teresa d’Austria, figlia di Filippo IV di Spagna, fratello di Anna D’Austria. Preso  peró da passione per Louise de la Vallière, al servizio della regina. Era una donna sincera, dolce e buona e si sforzò di attuare un ideale cristiano, mentre Luigi sguazzava nel suo harem. Il re, intanto, non disdegnava neanche l’amitié amoureuse della cognata Enrichetta Anna.

Ma l’amore per Looise cominciò ad incrinarsi quando il re conobbe la marchesa di Montespan (Francoise- Athenais de Rochechouart de Montemart), donna molto bella, ma capricciosa e determinata. Fu lei a costringere Luoise, che aveva dato al re tre figli, a scomparire e a ritirarsi in convento di carmelitane.

Madame de Montespan faceva il bello e il cattivo tempo a corte, ma si rendeva insopportabile. Era cattiva e altezzosa. Nacquero tre maschi, due femmine e altri due figli morti giovanissimi, tutti attribuiti alla Montespan. E che in seguito furono riconosciuti dal re.

Le relazioni extra matrimoniali di Luigi non avevano termine. Fu la volta di Madame de Fontevrault, Mademoiselle de Thianges e Madame di Fontanges, che divenne l’amante ufficiale del re e che riuscì ad oscurare la Montespan. Arrivarono altri amori. Quello per Madame de Soubise. Per mademoiselle Ludre solo una passione brevissima Anche se l’amore della Montespan rimaneva dominante, Luigi XIV non riusciva a sopportare più i capricci dell’amante sempre più esigente.

La seconda donna importante per il re fu Madame Maintenon, che una serie di fortunate coincidenze eleverà al fianco del re. Si tratta di Francoise d’Aubigné che, pur appartenendo ad una famiglia nobile, aveva avuto un’infanzia poverissima. Era molto ben vista dalla Montespan, che le affidò la cura della sua prima maternità, tenuta segreta. Figlia di un ugonotto, la Maintenon aveva respirato aria protestante, poi si era convertita.

La donna cominciò a conquistare il cuore del re dopo alcuni anni. Era lei che si occupava del figlio malato di Luigi XIV. A poco a poco sostituì la Montespan, che fu soppiantata. La Maintenon più giovane e bella della Montespan rimase a corte fino al 1691. Poi si ritirò in convento, dove mori nel 1707.

Nel 1686, poco dopo la morte della regina, di notte, in una piccola cappella annessa all’appartamento del duca di Borgogna, il re, che aveva quarantotto anni e la Maintenon si legarono in matrimonio segreto. Per ben trentadue anni la Maintenon, che visse separata dal “marito”, governò la Francia stando nell’ombra. Il re si fidava solo dei suoi consigli. La d’Aubignè quindi rappresentò quell’ideale di donna modesta e saggia, che Anna d’Austria aveva sempre auspicato per il figlio. E segnò la fine della “stagione pericolosa” di Luigi, fatta di promiscuità sessuale e superficialità.